Nel catalogo Il vento accarezza l’erba, omaggio all’artista ad un anno dalla sua scomparsa, tenutosi a Lequile, all’Istituto Andrioli il 24 maggio 2011, il critico d’arte Angela Serafino, curatrice della mostra, scrive:
La produzione artistica può essere sintetizzata nella individuazione del passaggio da una prima fase figurativa ad una fase di complessa elaborazione dell’astratto, durante il quale passaggio la tela viene sostituita dalla creazione delle pitto-sculture-sonore. Non siamo più davanti al “quadro” ma in contatto tattile con l’opera sonante.
Dal punto di vista cromatico il passaggio è contrassegnato dall’espansione dei primari, dopo una prima fase caratterizzata dal grigio e dal marrone.
I materiali che danno vita alle pitto-sculture-sonore sono molteplici: dalla pelle di tamburo ai tasselli di legno sagomati dall’autore, alle corde, ai campanellini, alle linguette di PVC, alle ceramiche, alle carte, ai ritagli di opere precedenti, ai trucioli…
Istanza non meno pregnante ha rappresentato la grafica, sia nella fase di ideazione dell’opera – il germe molto spesso è costituito da poche tratti “gettati” su un frammento di carta quotidiana; sia nella dimensione della serigrafia, nella quale la cura per il segno colorato è non minore né di minore gittata che per la pittura. L’attenzione alla dimensione manuale dell’operare artistico, connesso anche a quello artigianale, non è mai venuta meno per l’autore, impegnandolo anche mesi per il completamento di una sola fase di un’opera.
Non irrilevante è stato nel corso degli anni il confronto ed il dialogo con altri artisti, non solo visivi; con poeti e scrittori –da lettore assiduo e competente quale era- con musicisti. A testimoniare la non episodicità del dialogo ricordiamo che in occasione della Collettiva Ep-Art nel 1991 a Cavallino il musicista Philip Corner, esponente del gruppo Fluxus, ha suonato il Grande Concerto d’Erba; che nel 1993 per la mostra alla Galleria L’Osanna, il M° Alessandro Girasoli ha composto ed eseguito una partitura per le pitto-sculture sonore; che il M° Biagio Putignano nel 2005 ha composto ed eseguito un pezzo di musica elettronica, Se le stelle fossero sogni, dedicato all’opera di Centonze.
La prima mostra è del 1972 a Fasano. Nel lungo percorso artistico ed espositivo hanno scritto di Lui, su testate nazionali e locali, su cataloghi e presentazioni delle Sue mostre, tra gli altri: T. Carpentieri, P. Cordella, M. De Marco, S. del Vecchio, K. Ricci, S. Vitalba, M. Pizzarelli, V. Balsebre, E. Fina, S. Cazzato, R. Durante, M.P. Romano, L. Galante, A. Serafino, M. Guastella.
Nel 2008 Renato Centonze tiene a Lecce, nel foyer dei Cantieri Koreja, l’ultima mostra, «auto-geo-grafie». Lo aveva anticipato lo stesso artista nel suo sito « un progetto che illustrerà il percorso interiore che è alla base del mio «fare artistico».