di Katia Ricci
La ricerca di Renato Centonze dagli anni settanta ad oggi si fonda su un processo di semplificazione e affinamento del linguaggio pittorico e insieme di decantazione dell’ideologia del rapporto dell’uomo con la natura e di autoriflessione.
Le opere di quegli anni erano più scopertamente contenutistiche: gelide sagome di uomini disumanati sullo sfondo di una natura calpestata e spettrale, resa con toni spenti, la materia pittorica fredda e il segno icastico a denunciare la violenza dell’uomo sulla natura che, in ultima analisi violenza su se stesso.