L’arte polimaterica di Renato Centonze

di Maria Pia Romano

Dopo la personale “Art Vivant”, presso il Palis des Exposisitons Sadeca a Nizza, che lo ha visto impegnato nello scorso mese di Novembre, Renato Centonze torna ad esporre a Lecce, in una mostra che lo vedrà protagonista dal 18 dicembre al 2 gennaio 2000 e che  si terrà presso le sale espositive dell’Associazione culturale Raggio Verde. Noto e stimato in tutta Italia, l’artista salentino ha al suo attivo un ricchissimo curriculum vitae: vanta mostre personali dal 1972, collettive in Italia e all’estero, numerosissimi giudizi critici di prestigiosi nomi del mondo della cultura e recensioni su quotidiani e periodici a diffusione locale e nazionale. Sue opere sono presenti sia in collezioni pubbliche che private, ultima in ordine di tempo la “Collezione d’arte contemporanea” presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università degli Studi di Lecce, al Convento degli Olivetani.

Già in passato ci siamo occupati di lui rimandendo profondamente colpiti dalla suggestiva armonia sprigionata dalle sue pitto-sculture sonore: il fascino del cromatismo vivido, ora tenue, ben ci ha condotti in un universo in cui l’atmosfare si vive immergendo interamente i sensi in essa e gustando la sensazione. Ora la speculazione di Renato Centonze sembra essere andata oltre: memore del suo iter artistico ed avendo metabolizzato ed interiorizzato le esperienze maturate in Italia ed all’estero nell’ambito dell’arte contemporanea, l’artista si è spinto più in là, assecondando l’estro che lo ha portato a più audaci forme espressive.

Renato Centonze, Ass. Cult. Raggio Verde, Lecce,1999-2000

Osservando la sua ultima produzione, “Totem – I guardiani della fantasia” ed “Il fluire della vita”, si nota chiaramente che c’è la ricerca di più ardite sintesi polimateriche  e di forti contrasti cromatici. Non c’è la volontà di rinnegare un passato per aprire un presente dimentico di ciò che è stato, al contrario si registra un interessante cammino evolutivo che ha portato al mutamento dei mezzi espressivi in relazione al cambiamento dei nuclei semantici stessi della sua arte. Se prima erano le voci ed i colori della natura che attraevano magicamente Renato Centonze, si vedano “Sinfonia Verde” ed “Onda Sonora – I suoni dell’alba”- , ora sembra che l’artista si sia ripiegato nell’introspezione per affrontare temi esistenziali di vasta portata. L’uomo e la sua essenza, l’uomo e la vita, l’uomo e la tecnologia: ecco su cosa si incentra la nuova produzione di questo nostro artista, che tanto  ha dato e continua a dare alla storia dell’arte salentina, un’arte che si apre oltre i confini di un ristretto provincialismo per acquistare una valenza di più ampio respiro. “Sulle tele e sui fogli i gesti portano, in forme vibranti e celate, l’impasto che si amalgama tra i colori del mondo, la memoria dello sguardo, le colorate materie, le variazioni della luce negl’intrecci delle emozioni. Catalogabili come “pittura astratta” le opere di Renato Centonze sono concretissime custodi di un pensiero che passa attraverso le mani e si trattiene nelle opere della mani.” scrive su di lui Luca Carbone.

Recensione sul settimanale “Notes”, dicembre 1999

 

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