Renato Centonze alla “Michelangelo”

 

Questa sera dalle ore 19, la Galleria d’arte «Michelangelo  inaugura la sua personale il pittore Renato Centonze. Innamorato delle bellezze della natura, Centonze rivolge la sua attenzione ai problemi ecologici del nostro tempo, ai pericoli dai quali la natura è minacciata, alla speranza che nulla vada rovinato dai miasmi delle tecnologie moderne. L’artista presenta una trentina di opere ad olio. la mostra rimarrà aperta fino al 29 gennaio.

 

Le opere di Renato Centonze, che espone una personale alla Galleria d’arte “Michelangelo” si ispirano ad una costatazione di fatti attuali in cui più o meno siamo tutti coinvolti. Sembrerebbe a prima vista che il pittore voglia denunciare una realtà tremenda, accusare situazioni che rendono la nostra vita ogni giorno più difficile per colpa di elementi che distruggono il benessere ecologico oppure che minacciano la tranquillità del nostro vivere.

A nostro avviso, più che una denuncia è una serie di osservazioni che è bene esaminare da vicino. Vi sono sì delle situazioni nella nostra società che vanno a scapito di una serenità fisica e morale, ma non mancano neppure dei motivi per i quali possiamo ancora essere ispirati da un pizzico di poesia. Renato Centonze, accanto a fumi di una fabbrica che annerisce una città, vicino alle disgrazie che possono capitare sul lavoro, pone anche un campo di grano in vari momenti della giornata. Simbolo questo, per noi, di un richiamo a realtà vecchie come il mondo ma pur sempre nuove. ≠“≠≠

È tale richiamo  che induce a sperare. Centonze infatti, nella maggior parte delle sue opere fa ricorso ad immagini piuttosto crude nella loro interpertazione. Figure umane che si identificano quasi con le pietre stesse, come ad indicare che un comlesso di materialità invade la nostra vita e il nostro essere. Difficile evadere da un ambiente così privo di luce e di speranza. Difficile anche per le insidie che vi si annidano, soprattutto quando nell’ambiente di lavoro vi sono forze occulte cheminacciano la stessa esistenza. Ma, come si diceva, c’è ancora un fiore e qualche frutto che sboccia dalla terra: il frumento che diventerà pane e che dà garanzia di  una vita che, nonostante tutto, vale ancora la pena di vivere.

L’eco di Bergamo, Gallerie Bergamasche

articoli pubblicati in occasione della mostra realizzata alla Galleria Michelangelo dal 16 al 29 gennaio 1975

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