Artisti salentini per la pace contro la guerra nucleare

di Maurizio Nocera (del comitato organizzatore)

Si è tenura dal 29 aprile al 6 maggio 1984, a Lecce, la Settimana dedicata da sessanta artisti salentini al tema della pace, durante la quale sono state esposte al pubblico oltre cento opere di pittura e grafica nella Biblioteca Provinciale. L’iniziativa era scaturita dall’occasione di un appello lanciato da un gruppo di intellettuali e lavoratori salentini alcuni mesi fa, nel quale si sollecitava il contributo diretto e fattivo di chi lavora nel campo della cultura e dell’arte, in favore della pace e la vita, contro la guerra nucleare.

La Settimana degli artisti per la pace è stata inaugurata domenica 29 aprile con una conferenza sul tema «La scienza, l’arte, la pace», alla quale sono intervenuti il prof. Ettore Blocca, che ha illustrato l’attività dei medici e giuristi in difesa della Pace  e della Costituzione e contro l’installazione dei missili a Comiso, il giornalista Manlio Dinucci, che ha descritto l’agghiacciante quadro della proliferazione di armi nuncleari nel mondo; il partigiano Angelo Cassinera, che ha rilevato la continuità fra la lotta di liberazione del nazifascismo e la lotta per la pace; il critico d’arte Raffalee De Grada, che ha ricordato il suo personale impegno per la pace negli anni ’50, accanto a celebri personalità del mondo d’arte come Picasso, ed ha esposto il proprio pensiero sull’arte al servizio del progresso dell’umanità.

Nel corso della settmana è stata registrata alla Mostra d’arte la presenza di circa un migliaio di visitatori, fra cui alcune scolaresche e numerosi allievi dell’Accademia di Belle Arti: la mostra è diventata così un entusiasmante momento d’incontro di artisti delle diverse generazioni con studenti ed insegnanti, cittadini e lavoratori, che hanno discusso animatamente sui temi dell’arte e del suo rapporto con la pace, della necesssità, oggi, di combattere la cultura del «riflusso» e del ripiegamento individuale, per una cultura ed un’arte presenti nella realtà quotidiana ed interprete dei grandi momenti della storia.

Il 2 maggio è stato proiettato il film «Hiroshima»: profezia, drammatico documentario sull’esplosione atomica ed i suoi tremendi effetti sull’uomo e sull’ambiente.

Il 5 maggio, infine, l’incontro degli artisti espositori con il pubblico, durante il quale essi hanno illustrato il significato della loro partecipazione alla mostra ed hanno concordamente giudicato la stessa un momento, strarodinariamente positivo, di concretizzazione dell’impegno, tante volte enunciato, per la costruzione di una cultura di pace. Al temine dell’incontro è stata approvata una risoluzione.

Intenzionati a dare anche noi un contributo affinché sia ancora possibile la pace, sia pure con le nostre modeste forze e da questa nostra così periferica provincia, abbiamo girato in lungo e in largo Lecce e i suoi quasi cento Comuni, alla ricerca di artisti, pittori, scultori, lavoratori dell’immagine in genere, ai quali proporre di mettere la loro arte al servizio di un ideale così alto e così coinvolgente qual è appunto la pace.

Ad essi ci siamo presentati con le parole del presidente della Repubblica Sandro Pertini che, con il discorso d’inizio d’anno 1984, ci aveva spronati a batterci ancora per la pace, a scendere in piazza per la difesa della nostra vita, a lottare con tutte le nostre forze, con tutto il nostro entusiasmo contro i pericoli di una tremenda terza guerra mondiale di tipo nucleare.

Per quattro mesi abbiamo lavorato instancabilmente, levandoci tutte le mattine all’alba e ritirandoci la sera tardi, tardissimo. Per la riuscita della manifestazione non siamo mai stati avari delle nostre migliori energie e, nel chiedere il contributo di partecipazione agli artisti, il nostro buongiorno è stato sempre l’umiltà, perché sapevamo, sappiamo, che sulla questione pace non si può assolutamente essere equivoci, non si possono usare le mezze misure, non è esso un obiettivo da contrabbandare per fini strumentali.

Per noi la pace è vita e allo stesso tempo essa è una continua lotta per difenderla, per conquistarla, attraverso l’affermazione dei grandi valori che da millenni sono la radice su cui s’innerva la storia dell’umanità: il lavoro per tutti, una giustizia sociale vera, una democrazia concreta, all’interno della quale gli uomini e le donne del nostro amato pianeta agiscano liberamente e su basi egualitarie.

La risposta degli artisti salentini all’Appello  per la pace e la vita, contro la guerra nucleare è stata entusiastica: dal pittore o scultore affermato nella ricerca al giovane tutto preso ancora dallo studio delle forme e dei colori. In tutti gli artisti abbiamo visto partecipazione, in tutti abbiamo sentito grande solidarietà, e quando il 6 maggio, a Mostra conclusa, abbiamo tirato le somme, abbiamo verificato che più di 60 artisti avevano aderito e che sui muri della sala dell’esposizione della Biblioteca Provinciale le opere esposte erano 110. Abbiamo verificato inoltre che nel corso della settimana più di un migliaio di persone avevano visitato la Mostra, fra cui alcune scolaresche e numerosi allievi dell’Accademia leccese di Belle Arti:la Mostra è stata così entusiasmante momento d’incontro di artisti delle diverse generazioni con studenti e insegnanti, cittadini e lavoratori, che hanno discusso animatamente sui temi dell’arte e del suo rapporto con la pace, della necessità, oggi, di combattere la cultura del «riflusso» e del ripiegamento individuale, per una cultura ed un’arte presenti nella realtà quotidiana ed interpreti dei grandi momenti della storia. Il documento finale, presentato dagli artisti a conclusione della manifestazione e sottoscritto anche da numerosi intellettuali salentini, è stato per noi il più alto e più bello atto d’amore e di pace che l’arte deil Salento ci abbia mai potuto regalare.

A tutti coloro che ci hanno sostenuto, a tutti coloro che ci hanno dato la forza di costruire questa nostra piccola impresa di pace, il nostro doveroso GRAZIE.

Pace e Costituzione, Supplemento al n. 2 1984

 

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