Pensieri fluidi per Renato Centonze

di Enzu Fina

 

Qualche tempo fa finii di studiare pittura nelle scuole di Lecce e oggi, forse stranamente, -mi ritrovo-costruendo-strumenti musicali per comporre armonie ritmiche fatte con pochi suoni essenziali dal colore liquido e brillante.

Chi non si è mai soffermato ad ascoltare la musicalità delle goccioline d’acqua mentre schioccano ritmi armonici baciandosi con l’unione delle precedenti, probabilmente si è perso uno dei migliori fra gli infiniti concerti che ci offre la natura.

Un giorno cominciò a piovere, le gocce erano tante, poi sempre più, sembrava una festa, dove la folla era più fitta si potevano ascoltare perfettamente i ritmi frenetici, orgiastici direi, dei loro splisc splasc. Poi tutto culminò in un orgasmo generale convertendosi in ruscello, uscì il sole che raggiunse con i suoi raggi le goccioline mentre scivolavano lungo la discesa, la felicità cominciò a brillare nell’ebrezza di sonorità celestiali.

Ricordo che già da prima avevo conosciuto Renato e con lui le sue opere, per un attimo dubitai chiedendomi – sarà un pittore o un direttore d’orchestra?

Nei suoi quadri, o per me spartiti, si può leggere molto di più che singole altezze sonore ritmiche tradotte in pennellate, è affascinante il poter leggere fino alle più piccole modulazioni timbriche dei colori. Avete mai ascoltato un concerto per vento ed erbetta verde su prato in primavera o una sonata fluida di gocce allegre immerse in un ruscello andante?

Novembre 1990, testo critico in catalogo Èp-art

 

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